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OVER40 | Silvio Cirone (Pro Sacco): “Speriamo di essere solo all’inizio…”

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PESCARA – La Pro Sacco, assieme al Real Colonnetta, rappresenta l’altra grande sorpresa dell’Over 40 2015/2016, con la squadra allenata da Mario Selvaroli che entra tra le prime 8 del campionato e rinverdisce i fasti del 1997/98, quando i nerazzurri conquistarono il Titolo Provinciale Over (allora 35 e non 40). Silvio Cirone, attaccante della Pro Sacco, così correda la clamorosa qualificazione:

“Ci eravamo abituati a vedere la Pro Sacco Over40 sempre ferma ai blocchi di partenza, con una speranza, spesso vana, di vedersi vincente nella competizione alla quale prende parte, nel mondo UISP calcistico, oramai più di qualche lustro, invero da qualche decennio. Quest’anno finalmente è arrivata la prenotazione, in zona cesarini, per la chiamata che vale un posto nelle Final 8, ovviamente con grande soddisfazione ed un po’ di stupore da parte di molti! Il gruppo però, al quale con grande umiltà mi pregio di appartenere,  era convinto di essere affetto dalla nikefobia che letteralmente significa “paura di vincere” (terminologia greca composta da “nike” vittoria e “phobos” ovvero paura). È una fobia caratteristica del mondo degli sportivi, soprattutto in campo agonistico, ma può essere riscontrata in tutte le situazioni che la vita offre in termini di competizione. La nikefobia è un fenomeno per cui un atleta (di qualsiasi ambiente e livello sportivo) seppur dotato di grandi potenzialità, non raggiunge mai livelli elevati di prestazione sportiva a causa di propri comportamenti specifici che assumono le sembianze di un vero e proprio “auto-sabotaggio”. Si può indicare in una percentuale che va dal 20 al 30% il numero di atleti che, in maniera più o meno evidente, ne soffre. Ma in  questi anni ci siamo anche interrogati, sul quale potesse essere il miglior allenatore per guidare una compagine del mondo over così eterogenea come quella della Pro Sacco, per provare a raggiungere un piccolo traguardo che mancava oramai da tanto tempo, praticamente da sempre. Ebbene a giudicare dai risultati dell’annata trascorsa, del grande spirito di gruppo che è stato costruito e si è formato negli ultimi anni, forse possiamo dire che è “la sconfitta” il miglior coach”! Si, perché quando il perdere è analizzato, compreso e superato, senza “se” e senza “ma”, senza alibi, soprattutto la squadra – il gruppo, assume in “toto” la piena responsabilità del risultato, analizzando insieme le vulnerabilità, i limiti, le incertezze, le presunzioni. Si pone nel modo giusto per trasformare le difficoltà in opportunità, finché il risultato premia, nello sport come nella vita, allora si può comprendere facilmente che solo chi ha conosciuto la sconfitta può assaporare appieno il gusto di vincere ovvero di raggiungere un traguardo tanto agognato.  Qualificarsi nelle Final 8 del Mondo Over40 è stato, sognato, perseguito, cercato, con costanza e determinazione, soprattutto in tempi difficili come questi nel senso che eravamo tutti convinti che non avrebbe cambiato in meglio la nostra vita ma che avrebbe potuto regalarci una piccola ma per noi, grande soddisfazione personale e collettiva. Questo però non può significare sedersi sugli allori, quando al primo risultato utile sembra quasi di essere arrivati al traguardo finale; sobrietà di analisi e toni, anche questo è essenziale quando si persegue un obiettivo lungo una strada dalle molte insidie. Lo sport è un grande coach di corpo e mente quando è praticato con passione, disciplina, entusiasmo, impegno; se è espressivo di talenti, vocazioni, abilità motorie ed emotive,  e soprattutto quando, come nel nostro caso, tende a lenire i problemi e le tensioni della vita quotidiana. Fa bene perché l’attività fisica, focalizzata su un obiettivo e caratterizzata da regole precise, come succede nel gruppo Pro Sacco Ov40, è un formidabile fattore di identità personale. «L’Io è innanzitutto un Io corporeo», diceva Sigmund Freud: perché noi siamo la verità del nostro corpo, nella salute come nella malattia, nell’eccellenza sportiva come nell’amore. Identità, ma anche integrazione: la forza e l’armonicità motoria, la bravura nello sport, definisce il “rango” e il livello di accettazione nel gruppo dei coetanei e degli amici. Più sei fisicamente atletico, più le regole di aggregazione nel gruppo sono dettate da leggi antiche e primitive, che il successo nello sport fa muovere nella direzione del rispetto e dell’ammirazione e talvolta, nell’emulazione. In più, lo sport alla nostra età – per pochi quaranta per la maggior parte cinquanta – allena diverse forme di intelligenza: motoria, emotiva e sociale, ma anche tattica e strategica. Qualità che fanno poi l’eccellenza in tutti i campi della vita. Lo sport, in sintesi, canalizza e scarica le emozioni negative, che altrimenti sono tossiche per corpo e mente. E, se ben vissuto, carica le pile della mente e della vita con energia pulita: coraggio, determinazione, costanza, onestà, lealtà, capacità di autocritica e spirito di aggregazione ed amicizia. Soprattutto se gli allenatori ed i giocatori (spessissimo anche genitori!!!) coltivano queste qualità nella loro vita personale: perché, si sa, le parole volano, gli esempi trascinano. Nello sport si vive e si comprende sulla propria pelle – e nella propria mente – che per migliorare bisogna impegnarsi in prima persona e faticare con costanza, tutti i giorni, senza alibi e senza storie. Si impara che nel gruppo la responsabilità individuale è parte essenziale della responsabilità collettiva: il tuo andar male può far andare a picco la squadra. Si comprende, vivendolo nel gioco quotidiano, che l’intelligenza motoria – l’essere agili, brillanti, potenti, creativi ed efficaci – si esalta se accompagnata dall’intelligenza emotiva, che sta alla base anche della capacità di intuire l’altro, di amare e essere amati, stabilendo rapporti sani, dall’amicizia alla solidarietà, nella squadra e nella vita. Un ringraziamento particolare è doveroso farlo, da parte di tutto il gruppo Over40, a quanti si sono impegnati in prima persona ed hanno gioito nel raggiungere questo traguardo, alla squadra nel suo complesso per lo “spirito di gruppo” – vero motore e talvolta dodicesimo giocatore in campo, al Mister: Mario Selvaroli, al Presidente: Vincenzo Maselli ed all’eclettico e duttile Paolo Pacifico ed a quanti hanno preferito, nel corso della stagione, raggiungere isole dalla speranza felice, dei quali peraltro sentiamo tutti la mancanza. Forza Pro Sacco, speriamo di essere solo all’inizio!!!”

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