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GIUSEPPE CARRIERO: “La speranza non è l’ultima a morire, perché è immortale!”

L’artefice della crescita del “Calcio Maggiore”, il punto di riferimento di UISP Magazine, il mentore del Calcio Amatoriale raccontato; un pioniere analizza l’attuale situazione socio-sportiva

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►EMPOLI – 10 anni di calcio raccontato, stagioni rese meravigliose da tutto il contorno che gravita attorno al rettangolo di gioco: la radio (quella Vera, idea mutuata a Pescara proprio da quello che ad Empoli viene definito “Calcio Maggiore”, ndr), i racconti delle partite, i TG, le rubriche e tanto altro ancora.

Per anni, Calcio UI, la Bibbia del Mondo Calcistico UISP Empolese, è stato il faro, il punto di riferimento, l’obiettivo fisso all’orizzonte alla ricerca di quella perfezione che loro, per tanti anni, hanno raggiunto e mantenuto.

Giuseppe Carriero è l’artefice di tutto questo: visionario, ambizioso, appassionato, capace di circondarsi di validissimi collaboratori che hanno reso possibile ciò che 10 anni fa era impensabile.


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ABBIAMO FATTO TANTO MA ADESSO RALLENTIAMO


Adesso, notizia di Ottobre 2020, un passo indietro: una scelta che non dipende esclusivamente dall’Emergenza COVID19 che in Toscana non ha ancora permesso l’avvio della stagione calcistica 2020-2021, ma una decisione figlia certamente di quella mancanza di stimoli che troppe volte va a braccetto con la “pretesa” di molti di avere quello che, seppur eccezionale, ancora in tanti ritengono un atto dovuto.

In occasione del Suo Compleanno (TANTI AUGURI) la redazione di UISP Magazine ha dunque approfittato dell’evento per scambiare due chiacchiere con colui che ha ispirato tantissimi appassionati di calcio giocato e raccontato (Noi in Primis, ndr), riuscendo a far comprendere come il Calcio sia “una cosa seria” e la passione sia portatrice sana di Forze tanto grandi, quanto inattese.

Con la speranza che in Futuro non troppo lontano si possano davvero unire le Nostre Forze per un Progetto mediatico Nazionale, queste sono le sue risposte MAI banali alle nostre domande:


L’INTERVISTA

Tutto Fermo per la seconda volta; si dice che “la Speranza è l’ultima a morire”, ma qual è lo stato di salute di un sentimento che sembra iniziare ad abbandonare gli appassionati del Nostro Calcio?

►”Il preciso stato di salute di questo sentimento, non sono in grado di diagnosticarlo – esordisce così Giuseppe Carriero – Potrei azzardare dicendo che soffre un po’ d’ansia, molto probabilmente. L’incertezza, mista a passione, voglia di ripartire e comunque unita alla consapevolezza che stiamo attraversando un momento decisamente particolare apre a mille ipotesi ed altrettante reazioni e visioni sul futuro. Relativamente alla speranza, direi che questa non è l’ultima a morire, perché è immortale. Tutti sperano e non abbandoneranno mai questo sentimento, che prima o poi si ricomincerà in maniera “normale”. Mi sento di dire, più prima che poi perché così come abbiamo visto il progredire di questo nuovo avversario che ci ha affrontati senza preavviso, dobbiamo constatare che ci sono sempre in atto progressi scientifici e architettonici per affrontarlo e sconfiggerlo definitivamente. E poi vorrei parafrasare ad un verso di una canzone di Boundabash che dice: “L’attesa aumenta il desiderio”. Credo che gli appassionati del Nostro Calcio scalpitano, sono pronti a rituffarsi nell’arena e anche se qualcuno, mosso dalla “depressione” contingente, abbia mai pensato di voler anche abbandonare, penso che al momento giusto si farà trovare pronto carico e smanioso di tirare quei famosi due calci alla tanto amata palla”.

Proviamo ad essere ottimisti: quali sensazioni proveremo una volta tornati definitivamente a giocare a calcio?

►”Sarà quasi come scartare il pacco di Amazon che ti arriva, pur sapendo benissimo a che ora lo riceverai e quale sarà il contenuto. E’ un’emozione, a prescindere. E che ognuno di noi vuole vivere con entusiasmo. Penso fondamentalmente che siamo vogliosi di scartare questo regalo. Le sensazioni che proveremo tutti e forse riproveremo il brivido dell’esordio. Lo sport e il calcio in particolare credo che abbia questo potere magico. Prova a chiedere anche al più veterano degli atleti se prova emozione ad inizio di ogni gara. Non credo che esista essere umano in giro che sia insensibile a questo, figurati quando torneremo dopo così tanto tempo a sentire il profumo della nostra passione”.

Questa situazione modificherà il Nostro Approccio Mediatico, oppure la “Fame di Calcio” sarà ancor più forte di prima e quindi gli sforzi di chi come Noi racconta il “Calcio Maggiore” verranno raddoppiati sospinti dalla passione collettiva?

►”La fame di calcio, così come la chiami tu avrà sicuramente la meglio su ogni altra dinamica emotiva. Non so se sarà più forte di prima, ma credo che gli sforzi e la passione di raccontare Calcio Maggiore andranno sempre oltre le aspettative dei nostri interlocutori principali, vedi atleti, dirigenti e tanti addetti ai lavori. Mi sento di sottolineare, con orgoglio e un po’ di presunzione che Noi, che abbiamo cominciato a raccontare il Calcio Maggiore in un certo modo, siamo parte integrante del cambiamento che si vive quotidianamente”.

NON UN LAVORO, MA UNA VOCAZIONE

Il Calcio Raccontato UISP ha espresso il suo meglio, oppure ha costruito solide basi per poter crescere ancora?

►”Ha espresso sicuramente del grande valore aggiunto a questo straordinario movimento che coinvolge una moltitudine di risorse umane. Credo che il meglio è sempre dietro l’angolo e noi “raccontatori” lo abbiamo dimostrato, portando sempre del know how fresco. Non ci siamo mai accontentati dei nostri progressi. Credo assolutamente che questa sia una solida base sulla quale potersi appoggiare e sostenere per il futuro. Come saprai, noi di CALCIO UI abbiamo preso un’importante decisione e quello che abbiamo fatto fino a marzo 2020 non lo possiamo più garantire. La nostra è stata una scelta di vita e penso che se qualcuno volesse imbarcarsi oggi in un progetto mediatico di questo tipo può contare su un lavoro ben avviato e poter garantire nel tempo sempre una certa visibilità a questo mondo”.

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