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INTERVISTA: PIERO DI BATTISTA


24 APRILE 2020 – E’ ripartito dalla cadetteria Over40 per tornare nel Mondo UISP dopo un periodo trascorso in FIGC seguito dal famigerato “anno sabbatico”.

Piero Di Battista è tornato in sella a La Zona Over40 sprigionando tutto il suo entusiasmo e la sua voglia di fare. Molti calciatori lo criticano per il suo modo “prolisso” di condurre ramanzine negli spogliatoi, ma questo è il suo modo per far comprendere a tutti come la voglia di calcio sia debordante nella sua testa e nel suo cuore.

Grintoso e a tratti maniacale nella gestione di una singola partita e di tutta una stagione, Di Battista festeggia con Noi il suo compleanno (23 Aprile, Tanti Auguri), provando ad esorcizzare un momento reso ancor più pesante da un infortunio occorsogli in questi giorni.

Questa la chiacchierata con la nostra redazione:

 

OTTIMISMO, NONOSTANTE TUTTO

D – Momento grigio per tutti, nel tuo caso il fato si è proprio accanito (rottura e conseguente intervento per ricostruzione tendine d’Achille in tempo di quarantena, ndr): tuttavia sono sicuro che la tua grinta e la tua voglia di fare non ti hanno abbattuto neanche questa volta, sbaglio?


” No, non sbagli anche se ti confesso ci sono stati momenti di paura e tensione, perché l’intervento è stato abbastanza complesso. Comunque guardo il futuro con lo stesso ottimismo di sempre”


D – Proviamo a parlare di calcio: dopo un girovagare costellato da Enzo Laurenzio, Lecky Horn (divenuto poi Platinum e Vanity Caffè), Pro Sacco, Zerostile e Pescara Sud (FIGC), sei approdato a La Zona. In Estate c’era molto da lavorare, una grande società alle spalle, ma a conti fatti una scommessa: vinta, oppure c’è ancora tempo prima di considerarla tale?


“Dopo tanto bel girovagare sono approdato in una grande società, come ben dici, ambiziosa e piena di valori. Il progetto da loro proposto era quello, innanzitutto, di ricompattare il gruppo per poi puntare ad una risalita in serie A over 40. Il primo obiettivo è stato raggiunto a pieni voti, mentre il secondo obiettivo stava divenendo una possibile realtà”.


D – Vivi il calcio tutto il giorno, tutti i giorni. Una fetta del tuo pensiero è sempre rivolta al pallone che rotola: come vivi la situazione di incertezza che stiamo vivendo tutti noi?


“Vivo questa situazione con molta preoccupazione, il calcio che è parte della mia vita deve lasciar spazio a questo triste momento. Purtroppo non vedo come si possa tornare a giocare in breve tempo, anche se il mio desiderio è quello di tornare presto in campo”


I DOGMI ed i SOGNI DA ALLENATORE

D – Il gruppo è un caposaldo del tuo credo calcistico e ne approfittiamo anche per fare gli auguri a Brancadori (terzino La Zona) che in settimana ha compiuto gli anni: come si costruisce, in campo, un gruppo nel calcio amatoriale?


“Quando inizio una nuova esperienza mi sforzo sempre di imporre il mio motto “prima diventiamo gruppo, prima saremo squadra”.  In modo particolare nel calcio amatoriale dove tutti si aspettano tutto. Il segreto del successo di un gruppo VERO è il rispetto reciproco, la sincerità e la trasparenza tra i vari componenti”


D – Qual è il ricordo più bello avuto nel Mondo UISP?


” Il ricordo più bello del mondo UISP è stato quando un gruppo di amici si è ritrovato e ha buttato le basi per creare una squadra che in pochi anni è arrivata a giocarsi la finale contro la Pescara 2000 (Vanity, stagione Over40 2014-2015, ndr)


D – Qual è il calciatore più forte allenato? Quale aveva grandi mezzi, ma non è riuscito a sfruttarli pienamente e quale invece ha fatto tantissimo, pur non avendo qualità pedatorie eccelse?


“Ho avuto la fortuna di allenare diversi grandi giocatori e posso garantirti che faccio fatica a farti un nome, ma tutti loro, chi più chi meno, hanno mostrato tanta passione e rispetto per il sottoscritto”


D – In tempi di quarantena, dove le cucine sembrano essere il fulcro di ogni ambiente domestico, chiudiamo con una domanda “gastronomica”: puoi dirmi 3 ingredienti per una squadra vincente?


“Più che solo di tre ingredienti, preferisco fare una metafora con delle pietanze, direi che per una squadra vincente vi è bisogno di: arrosticini , che rappresentano l’attaccamento alla tradizione , ai valori, alla maglia….poi una buona pizza, frutto di una lunga lievitazione fatta di preparazione atletica , lavoro costante e condiviso sul campo, farcita con estro, talento,”garra”, intelligenza tattica… e tutti devono essere bene amalgamati , ma lungi dall’avere prime donne “capricciose”, e per finire un buon Montepulciano che dia struttura, forza,spirito di gruppo o anche una birra fresca sinonimo di divertimento… sono certo che così si può brindare a una squadra vincente , in campo ed anche,e soprattutto , nel ”terzo tempo “elemento imprescindibile del panorama UISP!!!!”

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