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INTERVISTA

MARCO TAGLIERI: “Lo Sporting avrebbe una voglia matta di tornare ad allenarsi…”

IL Totem Biancazzurro in una chiacchierata da “bere tutta d’un fiato” dove ripercorre i fasti del passato e le speranze del Futuro; il tutto in attesa di vivere un Presente capace di regalare serenità

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►PESCARA – Rappresenta uno dei principali esponenti dello Sporting Pescara. Militante nel calcio UISP da più di un decennio, vestendo SEMPRE la casacca biancazzurra, Marco Taglieri è un Totem della sua squadra, nonché una figura di riferimento del calcio UISP Pescarese.

Ha vissuto i primi passi, il punto più alto, la caduta ed adesso la rinascita dello Sporting Pescara, restando sempre fedele al progetto ed alla voglia di non buttare via un prospetto sportivo, sociale ed organizzativo di assoluto valore.


L’INTERVISTA

D – Ritorno nella massima serie bagnato con una vittoria, poi il secondo stop: quali le sensazioni per il ritorno in campo dopo la lunga sosta forzata e quali i sentimenti in vista del 2021?

►”L’esordio con vittoria alla prima partita in A dopo un anno di purgatorio è stato molto bello, più che altro perché il nostro mister lo aveva pronosticato nel prepartita. Voleva che festeggiassimo sul campo quello che ci era stato impedito con la sospensione del campionato di B, stravinto senza storia. Non avevamo potuto onorare un cammino fantastico, ce lo meritavamo. Sensazioni future onestamente non ne ho. Lo Sporting avrebbe una voglia matta di tornare ad allenarsi (troppo belle le partitelle del giovedì con arbitraggi scandalosi della nostra dirigenza) e a giocare, ma non so quando davvero potremo tornare a farlo senza rischi”.

D – Progetto nato da zero, portato fino al Terzo posto in Italia, poi caduta in B e rinascita con un nuovo corso: onore allo Sporting, ma qual è stato il segreto di questo successo e quale il momento in cui davvero hai ed avete temuto che il Bellissimo Giocattolo potesse davvero rompersi definitivamente?

►”Il segreto del nostro successo è il segreto che necessariamente devono avere tutte quelle squadre che nel loro roster non possono vantare nomi altisonanti. Amicizia vera, voglia di sacrificarsi in campo ma soprattutto a fari spenti, e anche quel modo di vivere le partite Uisp come fossero gare di champions. Una cosa banale che allo Sporting in passato ha fatto la differenza. Certe domeniche non dormivamo, aspettando di giocare il lunedì. E quando la vittoria arrivava, il martedì lo si passava a godere. Quando questo viene a mancare, gli avversari ti sovrastano. Diciamo che a noi è successo 3 anni fa… ma non voglio tornare su un capitolo troppo brutto della storia biancazzurra”.

D – Domanda di rito ormai per quasi tutti gli intervistati: il compagno più forte e l’avversario più temuto?

►”Mi fa piacere questa domanda. Finalmente posso parlare degli altri. Avversari temuti? Riccardo Amadio, che abbiamo anche tentato di prendere, ma il nostro DS ha fallito… (risata). Anche se il miglior giocatore mai visto alla Uisp, per visione, capacità di essere decisivo, abilità nello smarcarsi tra le linee e nel colpire con entrambi i piedi, credo sia Roberto Contini. Compagni di squadra? Potrei citarne tantissimi. Per forza fisica senza dubbio il mio amico greco Giannis Tassis. Per capacità di calciare in porta da ogni posizione, nessuno come Tommaso Mastromatteo. Poi i miei due fidi scudieri in mediana, con cui ho condiviso tanti anni e tante vittorie, Riccardino “Xavi” Bruni e Francesco “Giro” Girone, tecnica e grinta da vendere. Ma se devo citare i due compagni di squadra che più di tutti mi hanno esaltato, dico Piero Gaspari e Ivan Berardinucci. Con il primo ho iniziato a giocare nel 1998 allo SPORTING PESCARA FIGC. Piede d’altri tempi, alzava lo sguardo e io iniziavo a correre sapendo che la palla mi sarebbe arrivata sul piede in area. Fenomeno. Ivan invece è stato il numero 10 del nostro scudetto Uisp, un fuoriclasse meravigliosamente ingestibile, che amava giocare a uno al massimo 2 tocchi, stop e assist no-look con lanci di 40 metri, sempre sul piede, e molto spesso per me. Calcisticamente ci amavamo, nell’anno dello scudetto sono andato in doppia cifra di gol e assist, lui li faceva a me, io a lui. Una meraviglia. E non è più successo. Forse mi tocca smettere… che dici? (risata, ndr)”.

D – A 38 anni pensi anche ad un Futuro nel Mondo Over? Magari proprio con lo Sporting?

►”Quando il mio amico DS Francesco Mincone mi parla di Over (e me ne parla già da anni….) mi preoccupo e cerco di capire se è il caso di ascoltarlo. Poi però a 38 anni mi ritrovo al parco a correre con ragazzi classe ’98 (16 anni in meno di me) e a scendere in campo nel ruolo di terzino sinistro… e allora capisco che non è ancora arrivato il momento di riposarsi. Gioca ancora Matteo Selvaroli… perché non posso farlo io? (altra risata di gusto, ndr)”.

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