MUCCIANTE (PE CITY): “La Cura dei Dettagli mi ha fatto apprezzare il Mondo UISP”

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INTERVISTA: DAVIDE MUCCIANTE

21 MAGGIO 2020 – E’ il collante perfetto di ogni squadra, la personificazione della spensieratezza nello spogliatoio, ben coniugata con Goliardia e professionalità dentro e fuori dal campo.

Sebbene il calcio sia “la cosa più importante tra le cose meno importanti”, Davide Mucciante rappresenta una garanzia tra le mura private dello spogliatoio, nelle cene, nei gruppi whatsapp ed anche all’interno del rettangolo verde.

Il classico calciatore che non pretende nulla, ma che al contempo non delude MAI quando viene chiamato in causa; il tutto garantendo SEMPRE l’impegno e la dedizione, restando fedele alla sua indole anticonformista che tende ad interpretare il ruolo di Calciatore Amatoriale con sfaccettature sempre diverse.

Dal rito propiziatorio per accogliere le “Nuove Reclute” al colbacco indossato anche quando ci sono 30 gradi all’Ombra: tante situazioni che dimostrano personalità e spensieratezza, due ingredienti fondamentali in qualunque spogliatoio, figurarsi alle latitudini calcistiche amatoriali.

In occasione del suo compleanno (20 Maggio, TANTI AUGURI), questo il botta e risposta con il n°2 del Pescara City:

D – Domanda obbligatoria per tutti: ti saresti mai aspettato una situazione del genere e quando credi sarà possibile tornare a giocare a calcio?

“Sull’argomento è già stato detto tanto e da tanti. L’anno scorso lessi un libro che consiglio a tutti. Si tratta de “il cigno nero” di Nassim Nicholas Taleb. È un saggio che parla di vari argomenti ma soprattutto di come l’improbabile governa le nostre vite. Soprattutto in una situazione come questa ci regala una nuova prospettiva per leggere gli eventi della nostra vita. Riguardo a quando si tornerà sul campo proprio non posso rispondere ma come manca a tutti manca anche a me. Anche se quello che mi manca di più era la gara interna allo spogliatoio a chi aveva i calzini più fichi”.

D – Sei uno dei fili conduttori tra Pescara Colli e Pescara City: il classico “uomo spogliatoio” che in qualunque contesto, specialmente quello amatoriale, è un fedele alleato di un successo sportivo. Qual è la tua concezione di Calcio Amatoriale e cosa non deve MAI mancare in una squadra del Nostro Mondo?

“Quello che ti posso dire per quel poco che ho visto è che la differenza la fanno le motivazioni e la competenza. E nelle realtà che ho vissuto amatoriale ha fatto sempre rima con professionale. Ed è stata questa cura dei dettagli che mi ha fatto apprezzare questo mondo. E per questo mi sento di ringraziare qualche persona in particolare che non nominerò in questa circostanza, ma loro sanno benissimo quanto li stimi. E non mi riferisco solo alle squadre con cui ho giocato ma anche a tutto il mondo UISP e a te in particolare che ovviamente conosco di più. Già solo questa rubrica – come le altre presenti sui vari canali – che ci mantiene vicini in un momento come questo ne è la dimostrazione. E le mie parole sono un attestato di stima personale ma so per certo che potrei parlare a nome di molti”

D – Dilemma che attanaglia un po’ tutti: meglio un gruppo senza una vittoria sul campo, oppure ad ogni livello la vittoria va inseguita e cercata sempre e comunque?

“Alessandro ti dico la verità. Mi ero preparato un po’di frasi fatte da calciatore tipo “la palla è tonda” oppure “contento per il gol ma la squadra viene prima”. Queste domande profonde mi spiazzano. Posso chiedere l’aiuto del pubblico?”

D – Nel tuo palmares ci sono due promozioni, ma anche un passato da Arbitro: meglio giocare, o meglio fischiare? E perché?

“Ma che ti sei impazzito a dire in giro che ho fatto l’arbitro (ride, ndr). Scherzi a parte, in tutte le cose aiuta sempre avere una doppia prospettiva”