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RIPARTENZA: Tiziano Pesce: “Crediamo che si debba arrivare ad un capovolgimento del paradigma”

Tiziano Pesce: “Avevamo già dimostrato fra settembre e ottobre che i luoghi in cui praticare sport di base sono in assoluto fra i più sicuri”

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►GENOVA – Un milione e 300mila soci, 16.500 associazioni e società sportive affiliate, 119 comitati territoriali e 19 regionali sparsi in tutta Italia. Sono questi i numeri dell’Uisp, l’Unione italiana sport per tutti. «I bilanci sono ormai al collasso», dice Tiziano Pesce, vicepresidente nazionale.

«Il mondo dello sport di base è senza dubbio quello che sta pagando più di tutti le conseguenze della tremenda pandemia. Si tratta dell’associazionismo di promozione sociale, vero capitale dello sport italiano, quello di prossimità, vicino alle famiglie, ai cittadini di ogni età, ai quartieri delle città, alle aree interne, una vera rete di protezione sociale delle nostre comunità».

Per tutti ha colpito durissimo, per voi forse anche di più…


►«Il nostro volume economico si può stimare per ogni stagione in oltre 1 miliardo di euro e punta quasi a raddoppiare con tutto l’indotto: in tutto contiamo oltre 100 mila occupati».

In questa situazione vi sentite poco considerati rispetto allo sport professionistico?


►«La promozione sportiva rappresenta oltre 7 milioni di associati, il doppio del numero dei tesserati delle federazioni sportive, e riceve meno del 5% delle risorse pubbliche complessive. Insieme alle nostre associazioni e società sportive dilettantistiche affiliate costituiamo una delle trame più forti su cui poggia la coesione sociale dell’intero Paese. Crediamo che si debba arrivare a un capovolgimento del paradigma, investendo le giuste risorse che sino a oggi sono destinate ad alimentare il vertice e non il contrario. Lo sport professionistico, almeno in alcune discipline, è ormai diventato altro, spettacolo e interessi ben distanti dall’associazionismo sportivo di base…».

IL FUTURO

Se l’Uisp non si riprende, quali sono i rischi?


►«Quello più alto è di perdere una parte cospicua di quel grande capitale sociale rappresentato dalle realtà sportive del territorio, perché i sodalizi di base faranno fatica a ripartire, a riaprire le proprie sedi, gli impianti sportivi su cui tanti investimenti sono stati fatti. Si registrerà una forte crisi occupazionale mentre anche i legami sociali e coesivi delle nostre comunità saranno ancora più deboli, più insicuri. L’attività motoria è generatrice di benessere fisico, psichico e sociale. Sarà necessario ricostruire il Paese dopo questa bruttissima pandemia e lo si potrà fare al meglio proprio se si potrà contare sullo sport di comunità, coesivo, inclusivo, educativo che garantisce salute».

Vi siete organizzati con misure di sicurezza e più volte avete detto che lo sport è sicuro.


►«L’auspicio, ovviamente, è che con il nuovo anno arrivino le conferme di quanto in queste settimane anticipato dalla comunità medico-scientifica internazionale riguardo l’efficacia dei vaccini e l’avvio della loro somministrazione. Così come il 2021 possa portare una ripartenza delle attività e degli impianti sportivi. Con la rigida e scrupolosa osservanza dei protocolli anticovid emanati dai singoli organismi sportivi nazionali, avevamo già dimostrato fra settembre e ottobre che i luoghi in cui praticare sport di base sono in assoluto fra i più sicuri».

[LEGGI L’INTERVISTA COMPLETA]

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