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ALTROVE SI PARLA DI SPORT DI BASE

10 MAGGIO 2020 – La Fase2 sta entrando nel vivo e lo Sport inevitabilmente si mobilita con la speranza di avere risposte certe, univoche e concrete.

Il Mondo UISP ha levato gli scudi in questo lungo periodo di quarantena e di emergenza socio-sanitaria che ha pressoché azzerato ogni tipo di attività.

Il Focus di questi giorni, sportivamente parlando, è incentrato sulla Serie A, sui protocolli e sui Ritiri Dorati dei Calciatori

UNA VOCE IMPORTANTE

Il Presidente della UISP Empoli-Valdelsa alza la voce e lo fa con una lettera rivolta ai tesserati che fotografa perfettamente l’attuale situazione italiana.

Queste le parole di Alessandro Scali, Presidente di uno dei comitati maggiormente valenti in Italia:


“La ripartenza porterà con se altri dubbi: quanto inciderà la paura della gente sulla sua voglia di iscriversi ad una società sportiva ? Quanto inciderà l’impoverimento delle famiglie sulla loro capacità di farlo, anche quando avranno vinto la paura ? E’ qua che aspettiamo segnali dalle Istituzioni, dalla Politica Nazionale e Regionale. Ai Comuni abbiamo poco da chiedere, se non comprensione del nostro dramma e solidarietà, perché condividono con noi questa tragedia. Questo è un mondo che ha bisogno di riconoscimento e dopo che, al question time di mercoledì scorso in Parlamento, al Ministro Spadafora è arrivata una sola domanda, per altro incentrata sulla ripartenza del Campionato di calcio di serie A, c’è poco da star sereni. Possiamo affermare, senza far irritare qualcuno, che il Parlamento della Repubblica Italiana dovrebbe occuparsi e preoccuparsi dello sport di tutti i cittadini e non di quello di una ristretta, ricca e privilegiata minoranza ? Non sarebbe preferibile e auspicabile che il poco, pochissimo tempo dedicato dal Parlamento allo Sport, fosse speso per definire una volta per tutte una legge quadro in materia ? Una legge che dia una definizione chiara di cosa si intende per sport (pare strano, ma nel 2020 non esiste una definizione di sport nelle norme del nostro paese), stabilisca i modi con cui questo settore deve funzionare e se e come debba essere sostenuto dallo Stato; che fissi ambiti d’intervento chiari per i vari organismi sportivi nazionali, declinando meglio le linee generali dell’attuale normativa, che già demanda alle Federazioni lo sport di alto livello, al fine – in ultima analisi – di aggiungere medaglie, titoli e trofei al palmares dello sport nazionale e agli Enti ciò che è di fatto già scritto nel loro nome: la promozione sportiva; che garantisca l’uso etico dei fondi pubblici, perché è semplicemente immorale che titolati organismi sportivi nazionali, in previsione della ripartenza, abbiano aperto il mercato delle vacche per attirare tutti i possibili avventori: “Venghino siore e siori, venghino, qua si regalano tessere e affiliazioni !”: una palese invasione nel campo della promozione sportiva, beneficiando di un’abbondanza di mezzi economici, garantita dallo Stato e sconosciuta agli Enti. E’ da sempre una lotta impari, e con queste premesse lo sarà ancora di più, perché chi era già forte diventerà fortissimo e chi era debole rischierà di scomparire. Siamo proprio sicuri che sia questo il concetto di equità che vorremmo avere nel futuro prossimo di questo paese? Il nostro è un mondo che ha bisogno di meno burocrazia, perché la burocrazia porta via tempo e i dirigenti dello sport di base sarebbe bene che il loro tempo lo dedicassero soprattutto a far fare sport ai nostri ragazzi e non a riempire carte o moduli online. Questo è un mondo che, in questo particolare momento storico, ha bisogno di denaro, per le società sportive e per le famiglie.


Il Presidente Scali così conclude il proprio monito:


“Infine, serve un “mea culpa” collettivo. Perché, se nelle ultime settimane tutta l’attenzione del paese si è incentrata sul rientro di Ronaldo da Madeira e sulla guarigione di Dybala, dimenticandosi dello sport dei cittadini, la colpa è di tutti noi. Ma proprio tutti. Questo è quello che abbiamo voluto ed è esattamente questo quello che abbiamo ottenuto. E meritato.
E allora, se il mondo post virus dovrà essere più giusto ed equo, nella sanità, nei diritti, nell’accesso ai servizi, etc… abbiamo tutti bisogno di desiderarlo davvero, in un afflato collettivo che arrivi nelle stanze del legislatore e in quelle dei giornali. Allora e solo allora, avremo la speranza di un mondo migliore e lo sport degli ultimi forse non sarà più così ultimo”.

LEGGI LA LETTERA INTEGRALE

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