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INTERVISTA | TANTI AUGURI | Nicola D’Antonio: Uomo UISP a 360°! Bomber, Allenatore, Dirigente e pure Arbitro

Protagonista in campo con molteplici vesti, è stato anche Addetto ai Lavori dalla panchina: un elemento a 360° che speriamo quanto prima di riavere nel Mondo UISP

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INTERVISTA: NICOLA D’ANTONIO


PESCARA – La situazione non è certo delle migliori, ma UISP Magazine desidera continuare comunque mantenere vivo l’interesse sul Mondo calcistico amatoriale.

Non possiamo “correre”? Vogliamo comunque “camminare” ed allietare tutti coloro che sono forzatamente a casa per le note vicende già ampiamente narrate da Media Nazionali e Social Network.

TANTI AUGURI – Come accade da ormai qualche tempo, i Compleanni rappresentano terreno fertile per scambiare due chiacchiere con i protagonisti del Nostro Calcio; un’occasione propizia per rinsaldare il rapporto tra gli Amici del Nostro Mondo sportivo ed offrire spunti interessanti a tutti gli “addetti ai lavori”.

ONNIPRESENTE – Nicola D’Antonio, per tanti anni è stato protagonista sui campi del Mondo UISP. Cecchino infallibile (42 centri nell’allora Promozione, attuale Serie B, con l’EtaBeta – Robertone D’Amico dirigente, Mario Camerlengo giocatore, solo per citare alcuni calciatori), calciatore dal carattere spigoloso, è stato protagonista anche in panchina (Enzo Laurenzio), così come da Dirigente (CRAL Angelini).

La “Ciliegina” sulla torta è rappresentata però dall’esperienza con i cartellini nel taschino: dopo aver superato il Corso Arbitrale, Nicola D’Antonio è stato direttore di gara per un paio di stagioni. Insomma, un Uomo UISP a 360° che così risponde alle nostre domande.


D- Nel Mondo UISP sei stato Bomber (42 gol in un solo anno con l’Eta Beta, record poi battuto da Contini nella stagione 2015-2016, ndr), Dirigente e finanche arbitro: qual è il ruolo che ti manca di più?


“Colgo l’occasione per ringraziare tutti i compagni dell’Eta Beta che hanno contribuito a quell’impresa. Era una squadra che non lottava per grandi traguardi ma era composta da belle persone, da amici veri, che si divertiva come poche.  Come tutti i record è destinato ad essere eguagliato e sono contento che l’abbia fatto un giocatore straordinario come Roberto Contini che ho avuto la fortuna di allenare e, soprattutto, di apprezzare come persona di grande spessore. Ho fatto di tutto nel mondo del calcio ma avevo un particolare debole nel correre dietro a quella speciale cosa che rotolava … l’ho fatto per quasi 40 anni e darei qualunque cosa per avere un fisico che mi permettesse di farlo ancora. ”



D- Il tuo Tiro era temuto da tutti gli avversari: qual è il gol più bello che resta impresso nella tua memoria?


“Tutti i gol sono belli, bellissimi, danno un piacere unico. Ne ricordo 3 in particolare: il primo di tacco su un cross da sinistra di un giocatore speciale come Marco Colantoni. Il secondo con un tiro da fuori, di sinistro, che permise di vincere la coppa e il terzo al mitico Cementificio, punizione, dall’altezza delle panchine con l’arbitro Paolo Vallone che mi stringe la mano per complimentarsi.”.


D – Sei stato temuto come attaccante: chi invece tu temevi particolarmente da avversario e per quali ragioni?


“Nessun dubbio: Fabio Desiderioscioli (foto): Geniale, elegante, intelligente, unico. Lui trovava pertugi che altri non riuscivano nemmeno a immaginare. Non sarebbe stato male giocarci insieme. Nell’anno del record di gol a un solo portiere non sono riuscito a fare gol: a Piero Di Battista diventato poi, per più anni, mio allenatore. Per lui sarei andato in guerra. Persona per me speciale che non mi sono mai sognato di deludere”.


D – Qual è stata la tua spalla ideale in campo e perché?


“Aldo Zamponi. Ci ritrovavamo a meraviglia. Eravamo in simbiosi. Sapevano perfettamente i movimenti l’uno dell’altro. Giocatore che tecnicamente aveva pochi rivali”


D – Chiudiamo con la tua esperienza col fischietto in bocca: cosa consigli ai calciatori che decidono di passare “dall’altra parte della staccionata”? E qual è il momento che conservi con i cartellini nel taschino?


“Consiglio di farlo immediatamente. Per me è stata una incredibile sorpresa. Ho scoperto un mondo nuovo, l’altra faccia del calcio non fatto di gol, tiri e lanci ma di finezze che danno comunque piacere a chi vive di questo sport. Se tutti quelli che smettono passano dall’altra parte diamo una grossa mano al sistema e ve lo dice uno che quando giocava lo faceva contro l’avversario di turno e con l’arbitro.  Dell’esperienza da arbitro ricordo piacevolmente due cose: la prima è che ho più partite arbitrate che cartellini estratti (ride, ndr) e la seconda, a Francavilla, dopo aver dato un primo giallo al centravanti della squadra di casa, lo stesso simula palesemente di aver subito un fallo da rigore. Tiro un sospiro e penso: “se non protesta riparto con la rimessa dal fondo e non gli do il secondo giallo”. Invece da terra lui inizia a urlare e me ne dice tante. A quel punto punizione e secondo giallo …. lui si alza, mi sorride, mi da la mano e con l’altra mi da una pacca sulla spalla ed esclama: “da che pulpito viene la predica ….”.

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