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Demis Ulivelli (80°Minuto UISP Pisa): “Siamo quelli che con Disprezzo son chiamati Amatori”

365 giorni ed oltre senza l’amato calcio; da Pisa la “Solidarietà” da parte di chi è a Noi accomunato dalla medesima passione e, purtroppo, dagli stessi problemi

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►PISA – Definirlo Momento diviene ormai quasi irrisorio e la parola “Periodo” assume certamente una fisionomia maggiormente consona per descrivere le difficoltà e le criticità del nostro amato sport e della nostra sconfinata passione calcisitca.

Il Covid sta sicuramente zavorrando e falcidiando in maniera tanto trasversale, quanto “democratica”, l’intera sfera sociale; tuttavia l’ambito sportivo cade in tentazione, con la tesi “Figli e Figliastri” a divenire politica applicata.

Ultimo scivolone in ordine di tempo è quello del Prof.Bassetti (direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, nonché autore del Libro “Una lezione da non dimenticare): volto ormai stranoto che da oltre un anno titaneggia in TV snocciolando nozioni, numeri, potenziali risoluzioni e conclusioni spesse volte fallaci (lo dicono i fatti, non certo io, ndr), che ha lanciato una proposta finalizzata a vaccinare i calciatori professionisti in Italia.

L’ira funesta sui Social e non solo ha poi spinto il Bassetti ad aggiustare il tiro:

“La mia proposta di vaccinare i giocatori di serie A, che sono in tutto 555, voleva essere un messaggio per chi è ancora scettico ( e ahimè sono tanti) e utile per evitare molti problemi di contagio nelle squadre che sono all’ordine del giorno. Quindi  – scrive sempre su Instagram l’infettivologo – mi spiace aver urtato la sensibilità di chi giustamente sta aspettando il vaccino da chi avrebbe già dovuto fornirglielo. Chiunque ha diritto al vaccino a ogni eta’ e situazione e io mi sto battendo per questo. Solo vaccinandoci tutti potremo vincere la battaglia”

NOI POVERI IDIOTI?

Fatto questo doveroso cappello introduttivo, c’è chi invece attende da ormai un anno una qualche risposta o proposta concreta per poter dare libero sfogo alla propria passione calcistica, senza ovviamente dimenticare tutto l’indotto economico che il “Calcio Minore” o “Calcio che NON conta” (come l’abbiamo spesso volte definito) genera: negozi di abbigliamento sportivo, lavanderie, centri sportivi, pub e ristoranti sono solo alcuni dei settori interessati (il tutto ovviamente escludendo chi in prima persona porta avanti con passione, dedizione e sacrifici l’intero carrozzone organizzativo, ndr) che stanno pagando dazio da ormai 365 giorni di oblio.

La Solidarietà appare essere l’unico collante tra colleghi calcistici e l’ultimo attestato arriva dal sempre più attivo comitato pisano, dalla voce di Demis Ulivelli, Responsabile Comunicazione del Calcio UISP sotto la Torre Pendente, nonché curatore di “80°Minuto Pisa”.

Il suo post fotografa in maniera perfetta l’attuale situazione, parafrasando la canzone “Quelli che…” di Enzo Jannaci che fece anche da introduzione alla mitologica trasmissione di Paolo Beldì che, di questi tempi, altro non fa che lievitare la sensazione nostalgica attorno al Nostro Amato Calcio:


► “Non possiamo giocare perché non siamo dei professionisti… Non possiamo giocare perché è troppo rischioso con una pandemia in corso… Non possiamo giocare…e non sappiamo quando sarà possibile. Abbiamo passato un anno maledetto sotto ogni punto di vista. Un anno contraddistinto da false aspettative, da infinite autocertificazioni e misurazione della temperatura, che ci hanno soltanto illuso che potessimo tornare a giocare… Ora vorremmo qualche risposta, ma qualche risposta vera e non le solite frasi fatte che ci avete condito da mesi. Siamo inutili, l’ultima ruota del carro ma siamo i veri sportivi, quelli che lo fanno con vera passione, quelli che escono di corsa da lavoro, quelli che litigano con le famiglie piuttosto di esserci, quelli che cmq vada dopo “pizzetta?” Quelli che non lo fanno per soldi, Quelli che con disprezzo veniamo definiti “amatori”… Amatori, si, ma dello sport più bello: il calcio!”

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