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EMERGENZA #COVID19 | UISP PISA: Demis Ulivelli: “Il calcio che NON CONTA può anche morire”

Il Comitato Pisano riporta in queste ore il proprio pensiero e lo fa tramite la “Voce” del suo calcio: Demis Ulivelli

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STUDIO NOTARILE FUSCO

30 MAGGIO 2020 – La Serie Finalmente riparte, seguita da Coppa Italia e Serie B.

Soddisfazione misurata, quantomeno nell’interpretare questa situazione come un passaggio fondamentale per il ritorno graduale alla Normalità Collettiva.

Resta però il dibattito consumato in quasi due mesi di trattative, con l’attenzione che sembra esser stata rivolta e catalizzata esclusivamente dallo Sport Professionistico per Eccellenza e lo sport di Base individuale.

In tutto questo, il Nostro Calcio è stato messo da parte, in attesa di giudizio. Una situazione grottesca che certamente non ci ha lasciati indifferenti e che sicuramente renderà più cinici e duri gli atteggiamenti futuri del Nostro Mondo.

QUI PISA

Indignazione pressoché condivisa ed il Comitato Pisano riporta in queste ore il proprio pensiero e lo fa tramite la “Voce” del suo calcio: Demis Ulivelli.

Responsabile di “80°Minuto Pisa”, così tuona sulla sua Pagina FB:


Il ministro Spadafora ha deciso che il calcio dei miliardi e degli interessi puramente collegati a sponsor, contratti e diritti Tv possa ripartire.
Certo, senza pubblico per evitare assembramenti, ma ripartirà dal 20 Giugno.
Tamponi, controlli, misure di sicurezza a livelli altissimi purché la macchina si rimetta in moto al più presto.

Le mie domande sono queste :

• il pallone che usano quei calciatori, non è il solito che usano in un calcio dove i soldi vengono spesi per praticare il medesimo sport?
• Le regole in campo non sono le solite usate dai professionisti?
• Gli spogliatoi sono diversi?

Ho la risposta. Il calcio che NON CONTA può anche morire, non ci sono introiti, chi pratica calcio amatoriale può anche smettere e magari mettersi su un divano la sera e guardare le partite in tv, le vostre partite.

Abbiamo diritto anche noi alla ripartenza, con gli stessi controlli e le stesse misure di sicurezza.

Ridicoli e meschini sappiate che il nostro calcio, quello fatto di spese per giocare e divertirsi, di mogli e fidanzate lasciate a casa, figli piangenti salutati al volo, spogliatoi pari a sgabuzzini senza riscaldamento, in doccia 2 alla volta quando va bene, campi in erba fino a ottobre poi colmi di fango, tribune semi inesistenti e scricchiolanti, NON smetterà mai di esistere perché il nostro calcio è quello puro, fatto di desiderio, passione e gioia”.

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