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INTERVISTA | Giuseppe Bozza: “Le decisioni le prende il vertice, ma chi conosce la reale soluzione del problema è la base”

Bozza e l’attuale Momento: “Uso una metafora che mi riporta al mio “mondo” di provenienza, quello arbitrale: l’arbitro deve assumere le sue decisioni con competenza ed onestà di giudizio, facendo il massimo dello sforzo per fare la cosa corretta; questo non eliminerà l’errore ma riduce l’effetto sorpresa”

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STUDIO NOTARILE FUSCO

INTERVISTA: GIUSEPPE BOZZA


PESCARA – Nonostante la distanza, i rapporti sono solidissimi ed i chilometri appaiono incredibilmente pochi. Foggia – Pescara non è certo un’odissea, ma diciamo che non si trovano nemmeno così vicine.

Eppure, la catena relazionale con Giuseppe Bozza, le esperienze da arbitro, da promotore del calcio a 5 e da redattore di UISP Magazine – allora cartaceo – per raccontare il Mondo del Futsal, rendono indissolubile il legame costruito nel tempo.

Il suo impegno nella LND nella delegazione provinciale di Foggia ha fatto dividere le nostre strade, ma le porte sono sempre aperte per un nostro amico, per una brava persona e per un validissimo collaboratore.

LA SITUAZIONE ODIERNA

Tralasciando i potenziali sviluppi di una collaborazione futura (sarebbero due i risvolti positivi: 1 – arruoliamo in squadra una penna finissima, un appassionato ed una persona pragmatica e poco incline alle “chiacchiere”; 2 – Vorrebbe dire essere anche finalmente ripartiti), Giuseppe Bozza ci offre un punto di vista “esterno”, uno sguardo sul Mondo del Calcio e sul Nostro emisfero calcistico in un momento che ci ha inevitabilmente ferito, ma che desideriamo ardentemente superare.

D – COVID19 e Calcio Dilettantistico-Amatoriale: Si poteva operare meglio in una simile situazione e cosa si farà concretamente per eventuali (speriamo ovviamente di no) ricadute? Non c’è la tangibile sensazione che si sta esclusivamente aspettando sulla riva del fiume lo scorrere degli eventi?


” Il Covid19 è stato sicuramente un evento che ha colto tutto il mondo alla sprovvista e ha messo ognuno di fronte alle proprie, grandi o piccole, responsabilità. Per valutare correttamente quanto fatto dai vari “decisori politici”, (in tutte le realtà, sia civile, sia sportiva) bisogna provare a ricordare quale fosse il nostro giudizio all’alba di questa situazione, cioè in corrispondenza della decisione del Governo di indire la “zona arancione” nazionale. Va ricordato che nemmeno la scienza era preparata a quello che è successo e inquinare il nostro giudizio col senno di poi è quantomeno impietoso. Uso una metafora che mi riporta al mio “mondo” di provenienza, quello arbitrale: l’arbitro deve assumere le sue decisioni con competenza ed onestà di giudizio, facendo il massimo dello sforzo per fare la cosa corretta; questo non eliminerà l’errore ma riduce l’effetto sorpresa. Credo che lo stesso valga per chi ha preso  le decisioni che conosciamo e che la  critica oggi se la siano meritata solo quegli amministratori che hanno agito in malafede. Per quanto riguarda eventuali ricadute dobbiamo riporre le nostre speranza nella ricerca scientifica che in tre mesi ha fatto progressi straordinari; aspettando una risoluzione definitiva quale sarà il vaccino, credo che oggi abbiamo le armi per capire come fronteggiare il virus, anche dal punto di vista sociale e quindi sono persuaso che un’eventuale seconda ondata verrà affrontata meglio da tutti e ci farà meno paura”.


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MARSILIO | “Preferisco un Centro Sportivo che riapre con dei limiti, ad un Centro Sportivo chiuso per sempre”


D – In Abruzzo c’è stata “L’ordinanza della Discordia” del Governatore Marsilio che, con limitazioni al limite del grottesco, ha comunque garantito la riapertura dei centri sportivi Privati con il calcio “diverso” solo sulla carta: qual è la situazione in Puglia?


“In Puglia vige dal 25 giugno un’ordinanza del Governatore Emiliano che autorizza la ripresa degli sport di contatto seppure con il rispetto di criteri stringenti. Purtroppo spesso il processo di decisione, in tutte le realtà, soffre di un deficit strutturale: le decisioni le prende il vertice ma chi conosce la reale soluzione del problema è la base. Seguire pedissequamente tutti i criteri elencati nell’ordinanza è difficile, se non impossibile; resta la sensazione che la decisione sul riaprire o non riaprire sia stata presa non tenendo il focus sulla salute pubblica, ma su esigenze economiche ed elettorali. Sarebbe bastato chiedere un giudizio ad un gestore di un qualsiasi impianto sportivo o semplicemente ad un qualsiasi praticante lo sport del calcio per valutare la bontà di questa decisione. Ricordo comunque che il Comitato Tecnico Scientifico ha fornito parere negativo alla riapertura, anche contro quanto stabilito dal Ministro dello Sport; solitamente tendo a fidarmi dei medici. Da ultimo va sottolineato anche l’annoso ed atavico problema delle strutture sportive, che sono carenti, di numero e spesso anche di qualità, e che difficilmente possono adeguarsi a quanto scritto nelle varie ordinanze e decreti. In questo paese va fatto ancora molto lavoro sulla cultura sportiva”.

D – Due date da cerchiare nell’Agenda del Nostro Calcio: 31 Luglio e 15 Ottobre. La prima riguarda la fine dello Stato di Emergenza Nazionale, la seconda la potenziale ripresa fissata dalla FIGC per i campionati dalla Serie D in giù. Quali sono i criteri di una simile scelta? Metà Ottobre per avere un margine di sicurezza? E qual è la tua opinione su una reale, concreta e completa ripartenza del Calcio?


“Il mondo del calcio, a tutti i livelli, dalla serie A ai campionati amatoriali, deve operare secondo quanto stabilito dal Governo; credo che da settembre ogni giorno che passerà ci darà indicazioni sulla possibilità di ricominciare realmente a far rotolare i nostri palloni. Quello che il mondo del calcio dovrebbe fare, anche con l’aiuto dei giornalisti sportivi che hanno le mani e le penne libere per proporre soluzioni, è studiare una soluzione estrema in caso a dicembre la situazione dovesse essere di nuovo quella dello scorso marzo, sperando di non arrivarci. Per il resto sono fiducioso che la pandemia continuerà a diminuire e avremo sempre più mezzi, culturali e medici, per convivere con un’endemia che ci permetterà comunque di fare il nostro gioco preferito senza paure”.

D – Qual è il tuo ricordo del Calcio UISP e pensi possa essere un semplice arrivederci?


“Il mio ricordo del Calcio UISP è un ricordo vivissimo perché continuo a seguirlo, anche grazie all’infaticabile opera di UISP Magazine; è il ricordo di persone preziosissime che fanno un lavoro enorme per avvicinare il mondo degli amatori a quello patinato dei professionisti. Mi piace dire con orgoglio che “Dilettante” non è sinonimo di “Dilettantesco”, ecco credo che il mondo UISP incarni benissimo questo concetto, un mondo professionale che ha, però, la leggerezza di fare veramente solo un gioco, i cui protagonisti  dopo il triplice fischio hanno la libertà e il privilegio di andare tutti a cena insieme.  Il mio sarà sempre e solo un saluto alla UISP, specie quella Pescarese, alla quale sono legatissimo e con la quale, appena posso, collaboro e dove ritorno sempre con piacere”.

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