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INTERVISTA

INTERVISTA | Gerardo Pace: “Non mi sarei mai aspettato di vivere una cosa simile nel 2020”

Dallo scenario attuale, allo sguardo sul passato e sul futuro:
“Quando iniziai c’erano ancora quei fastidiosissimi termini di paragone con altre leghe che ad oggi sembrano del tutto scomparsi”

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INTERVISTA: GERARDO PACE


30 APRILE 2020 – 12 anni nel Mondo UISP, Gerardo Pace si è messo in luce con la Zerostile, prima di vestire le casacche di Pentagono Pescara, Nautilus FC e Pro Sacco (in due occasioni).

Proprio con il sodalizio nerazzurro era tesserato nella stagione 2019-2020, un’annata interrotta che tuttavia non sembra aver zavorrato la fame di calcio che sembra essere una delle ancore di salvezza nella ricerca di una normalità momentaneamente (si spera) perduta.

In occasione del suo compleanno (29 Aprile, Tanti Auguri), UISP Magazine scambia due chiacchiere con l’attaccante che lungo il suo cammino ha gonfiato reti ed assistito all’evoluzione, al cambiamento ed alla crescita del Calcio Amatoriale UISP. Queste le sue risposte alle nostre domande:


D – Partiamo da dove ci troviamo adesso: situazione drammatica, socialmente e sportivamente. Tu sei un’ottimista di natura, sono curioso di conoscere il tuo pensiero?


“Penso che ci troviamo di fronte a qualcosa di assurdo. Non mi sarei mai aspettato di vivere una cosa simile nel 2020. Lo sport è giusto che faccia un passo indietro rispetto a tanti altri aspetti sociali ma sportivamente parlando, la voglia di tornare a giocare è tanta e son convinto che quando si potrà, l’entusiasmo sarà straripante e torneremo a divertirci insieme alla grande”


D – Giochi nel Mondo UISP dall’ormai lontano 2008: debutti con la Zerostile e ti metti subito in luce. Puoi Raccontarci un aneddoto di quella squadra che ha segnato uno spartiacque mediatico nel Nostro Calcio?


“Ricordo che nell’estate 2008 organizzammo un’Amichevole al Poggio degli Ulivi. Conoscevo di vista L. Barbetta ed I. Camilletti ma prima della partita non mi dissero assolutamente che quell’amichevole era in realtà un vero e proprio provino per allestire la squadra. Segnai una Tripletta clamorosa ma talmente clamorosa (anche per me stesso) che il giorno dopo praticamente fui tesserato in spiaggia sotto un’ombrellone, alle 14 di pomeriggio con concreto rischio di insolazione.
È stato l’inizio di un’avventura fantastica”


D – Promozione al primo colpo e salvezza centrata alla prima apparizione nel massimo campionato: quale era la forza della Zerostile?


“La Forza era indiscutibilmente il Gruppo.
Soprattutto a livello amatoriale credo che avere un team coeso dentro e fuori dal rettangolo verde faccia la differenza.
Il Sito e le varie riprese veicolavano tutto questo in maniera perfetta. Ci sentivamo tutti parte di qualcosa di innovativo e unico nel genere.
Sapevamo di far parte di un’Idea che ogni giorno cresceva sempre di più a dismisura coinvolgendoti in pieno”


D – Nel Mondo UISP hai vestito le maglie di Zerostile, Pro Sacco, Pentagono Pescara, Nautilus ed ora di nuovo Pro Sacco: quali ricordi conservi di ogni singola esperienza?


“Ho sempre imparato qualcosa, con qualunque maglia sia sceso in campo.
Certo, oggi la vecchiaia si fa sentire ma non si smette mai d’imparare, no?
Della Zerostile ho già detto in precedenza. Una Famiglia!
La Pro Sacco è qualcosa di difficile da spiegare a qualcuno che sta al di fuori ma ti travolge e ribolle di pathos e tradizione.
La Pentagono bhé, mi ha fatto sentire anziano. Parecchio anziano.
Che squadra..ma soprattutto, quanto corrono quei ragazzi!!?
Nei prossimi anni ne sentiremo parlare sempre di più.
Al Nautilus ho lasciato un pezzo di cuore. Annata incredibile la scorsa. Ho conosciuto una realtà fantastica che sta crescendo sempre di più”


D – Com’è cambiato il Calcio UISP? Quali sono gli aspetti positivi e quali, se ci sono, negativi di questa evoluzione?


“Nei miei dodici anni, credo che il Mondo UISP e ciò che lo circonda si siano evoluti a dismisura. Quando iniziai c’erano ancora quei fastidiosissimi termini di paragone con altre leghe che ad oggi sembrano del tutto scomparsi.
Un escalation che dietro ha tanto lavoro e tanta passione. Chiaramente, ogni anno, più si alza l’asticella più il livello di difficoltà e l’impegno profuso sarà maggiore ma sono convinto che la Lega abbia le basi per crescere ancora e rappresentare un solido punto di riferimento nel panorama nazionale”


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