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INTERVISTA

INTERVISTA | Francesco Mincone, la Famiglia Sporting e l’evoluzione del Mondo UISP

Il Miglior compagno, l’avversario immarcabile, le gioie e le delusioni con la casacca biancazzurra del Difensore che apre una porta al Futuro, ricordando il passato

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INTERVISTA: FRANCESCO MINCONE


04 MAGGIO 2020 – E’ stato uno dei capisaldi dello Sporting Pescara che ha duellato nella prima decade degli anni 2000 con i Mostri Sacri di Quelli della Notte.

Difensore che strada facendo è diventato anche Senatore nello Spogliatoio, Dirigente, DS, insomma uno dei fautori di una formazione che ha contribuito ad alzare l’asticella calcistica ed organizzativa del Nostro Calcio UISP.

Francesco Mincone non gioca da ormai diverse stagioni, ma il compleanno del classe 1981 (1°Maggio, Tanti Auguri) diviene come sempre una propizia occasione per scambiare due chiacchiere, parlare della storia dello Sporting e della UISP Abruzzese e gettare un occhio al futuro, con la speranza che l’orizzonte possa sorridere sotto tutti i punti di vista:


D – Sporting Pescara: un progetto ed una Famiglia che ha scritto Pagine Storiche del Nostro Calcio. Quanto ti manca la compagine biancazzurra e credi che un tuo riavvicinamento possa prendere forma nel prossimo futuro?


“Devo ammettere che la famiglia Sporting mi manca tantissimo – esordisce Francesco Mincone – ma nonostante ciò continuo a seguire con passione e interesse tutte le partite giocate. Il tutto è facilitato dal fatto di avere numerosi amici che frequento al di fuori del campo che continuo a sentire e che mi tengono aggiornato su tutto. Al momento un mio riavvicinamento a tempo pieno nel mondo Uisp è da escludere per problematiche familiari ma per il futuro mai dire mai”.


D – Nonostante la presenza di una squadra di “Mostri” come Quelli della Notte, lo Sporting Pescara è riuscito a Vincere un Titolo Provinciale, una Coppa Abruzzo, ha collezionato un Terzo posto nelle Finali Nazionali 2011 ed è sempre stato al vertice: la presenza di QDN è stato un costante stimolo, oppure un impedimento nell’allargare una bacheca comunque ricca?


“Per noi è stato sicuramente uno stimolo per cercare di migliorarsi ogni anno in quanto dovevamo sopperire al gap tecnico e di esperienza con altre qualità. Il fatto di averli battuti e tenuti dietro in diverse occasioni è stato motivo di orgoglio per tutti noi in quanto, a parte rare eccezioni, in rosa avevamo giocatori che avevano giocato massimo in 1^categoria. Quelle contro QDN in quegli anni sono state tutte sfide avvincenti”


D – Nel 2010 arrivate secondi alle spalle della Villa del Fuoco (vittoria per 0-1 all’andata, gol di Taglieri e sconfitta 2-0 nella sfida scudetto del ritorno, ndr), nel 2011 centrate il Double Coppa Abruzzo – Campionato e nel 2012 sfiorate il Bis Scudetto con Onesti che all’ultima curva beffa Imbastaro e l’1-1 cancella il sorpasso biancazzurro: qual è lo scudetto mancato che maggiormente ti regala emozioni?


“Sicuramente il 2012. In quell’anno avevamo raggiunto una maturità di squadra incredibile e la rosa era notevolmente migliorata con gli acquisti di Carella, Russi, Giordano e avevamo da inizio anno anche Tizzano e Di Febo. Quell’anno eravamo una corazzata, ci sentivamo invincibili, avevamo raggiunto una qualità di gioco e di consapevolezza nei nostri mezzi mai avuta prima. Sicuramente il terzo posto al Nazionale ci aveva dato maggiore consapevolezza della nostra forza. Purtroppo proprio la partita contro QDN, lo dico sempre, è stato l’inizio del nostro declino degli anni successivi. In quella partita abbiamo perso il nostro miglior giocatore Russi che si ruppe il ginocchio e all’ultimo minuto abbiamo preso un gol incredibile da centrocampo che ci ha fatto perdere il campionato. Un portiere come Imbastaro un gol del genere non lo riprende nemmeno in 10 vite. Non vincere quel campionato è stato davvero un peccato”.


D – Hai marcato tantissimi attaccanti: qual è quello che hai temuto maggiormente e perché?


“In quegli anni ho avuto modo di scontrarmi e ammirare tanti attaccanti di valore che avevano calcato anche campi di serie A. Quello che reputo più forte e temibile è stato sicuramente Fabio Tiberi, un assoluto fenomeno del calcio abruzzese. Lo temevi perché non sapevi mai come dovevi marcarlo. Se accorciavi troppo, con un contro movimento ti faceva andare fuori. Se gli davi spazio ti saltava o dialogando con il compagno più vicino ti arrivava in porta. Se era in giornata era immarcabile. Poi calciava di destro e sinistro in modo impeccabile e vedeva sempre la porta. Nonostante il fisico imponente difettava nel gioco aereo, infatti nei calci d’angolo si posizionava sempre fuori area…..però se il pallone usciva da una respinta arrivava sempre sui suoi piedi ed era un sentenza. L’unico modo per fermarlo a volte era pregare o buttarlo giù”.


D – Qual è il Compagno di squadra che invece eri felicissimo di vedere con la tua stessa maglia?


“Sembrerà retorica ma ho avuto la fortuna di avere avuto per tutti quegli anni dei compagni di squadra fantastici che erano per prima cosa amici. Ci frequentavamo tutti anche al di fuori del campo di gioco, anche con compagne e mogli. Un gruppo veramente fantastico. Il compagno che mi ha reso veramente felice indossare la maglia dello Sporting però è stato Tizzano. Con Michele siamo amici da una vita, abbiamo frequentato la stessa classe dalle elementari alle superiori ed abitavamo a 20 metri di distanza e i primi calci al pallone da piccolo li ho fatti con lui. In tutti questi anni però non avevamo mai giocato insieme e quando sono riuscito a portarlo allo Sporting nel 2011, prima dello scontro decisivo che ci è valso il titolo contro QDN (1-0 rigore TaglieriLEGGI ARTICOLO) per me è stata una gioia immensa. Dal punto di vista tecnico invece il compagno che mi ha fatto veramente innamorare e ogni volta che lo vedevo giocare mi entusiasmava è stato Eddy Russi. Scherzando gli ripetevo sempre che era il giocatore più sottovalutato d’Abruzzo. Ancora oggi non mi capacito come non abbia giocato a livelli più alti……la testa pazza e la sfortuna hanno sicuramente inciso”.


D – Chiudiamo con una considerazione sul Nostro Calcio: hai calcato i nostri campi per tantissimi anni e da diverse stagioni segui dall’esterno le vicende dello Sporting Pescara. Cosa rappresentava, cosa rappresenta e cosa magari tornerà ad essere per te il Calcio UISP?


“La Uisp in questi ultimi 10 anni è cresciuta a dismisura sotto tutti i punti di vista. Di immagine, di comunicazione grazie allo splendido lavoro che fate voi da diversi anni, dal punto di vista tecnico. Se fino a qualche anno fa era il campionato dove venivano a svernare i giocatori provenienti dalla FIGC, ora, oltre ad un livello tecnico sempre più elevato, si è abbassata notevolmente l’età media delle squadre. Per giocare alla Uisp oggi devi essere bravo con i piedi e devi stare bene fisicamente altrimenti rischi di fare brutte figure. Per quanto mi riguarda, impegni permettendo, spero di poter tornare quanto prima a dare una mano allo Sporting che grazie al lavoro del nuovo Presidente Ermanno, della nuova dirigenza e dei vecchietti storici ha formato un gruppo di ragazzi che ha gettato buone basi per cercare di ripetere i successi degli anni passati”

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