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MONDO ARBITRI

MONDO ARBITRI | Loris Laganà: «Il “nostro” movimento abruzzese è alto ma deve ancora crescere molto»

«A Rimini ho visto tifosi del Real Catania, dell’Arezzo, della Puteolana, essere tutti i giorni a vedere i propri ragazzi giocare. Da noi gli spalti sono sempre quasi vuoti, escluso in alcune partite importanti»

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█ INTERVISTA


►PESCARA – 3 Arbitri Abruzzesi in 3 Finali Nazionali: Mario Scarpone, Loris Laganà, Guido Santella.

Rispettivamente Arbitro della Finale Over35, Primo Assistente della Finale Coppa Nazionale Senior, Secondo assistente della Finale Scudetto UISP Senior.

Li abbiamo contattati per scambiare due chiacchiere, queste le risposte di Loris Laganà:


D – Esperienza Nazionale: puoi dare un voto alla Tua performance, dando anche valide motivazioni?


«Un voto alla mia performance: 10. Impegno, dedizione e preparazione sono stati i miei punti di forza. Queste cose sono state anche notate dai dirigenti nazionali ma soprattutto dai componenti delle squadre con le quali sono stato impegnato. Uscire dal campo con i complimenti di tutti i componenti delle squadre, sconfitte e vincenti, sono la prova che il mio impegno è stato ripagato.».

D – A Pescara, in Abruzzo, ma credo anche in ogni angolo d’Italia, l’Arbitro è quasi sempre la pietra dello scandalo: 3 rappresentanti abruzzesi in 3 Finali testimoniano forse il contrario: sbaglio?


«L’arbitro rappresenta sempre la causa delle proprie sconfitte (chi parla è un ex calciatore). l’Abruzzo così rappresentato nelle finali nazionali deve essere un motivo d’orgoglio per il movimento abruzzese perché il livello arbitrale, al contrario di molti che affermano il contrario, sta crescendo molto anche se bisogna sempre mettersi in discussione e capire e crescere dai propri errori.»

 

D – Adesso si stacca la spina per un mese (manca “solo” la Finale Regionale UISP Abruzzo 2022, Sabato 23 Luglio, ndr), prima di tornare con la stagione 2022-2023: l’aria Nazionale ti porta a respirare realtà sconosciute, con organizzazioni, calciatori e dirigenti provenienti da tutta Italia: cosa conservi di quest’esperienza e cosa magari consiglieresti agli addetti ai lavori nostrani per perseguire un costante miglioramento?


«Le finali nazionali portano tanto entusiasmo ma soprattutto aiutano a crescere. A me è servito molto. Confrontarsi con altri arbitri, altre società, altre federazioni fanno crescere il proprio bagaglio culturale. Sono convinto, e parlo a livello personale, che arbitrare queste manifestazioni mi hanno aiutato molto a relazionarmi in campo e con i dirigenti. Sicuramente porto con me una esperienza importante che evidenzia come il “nostro” movimento abruzzese è alto ma deve ancora crescere molto. Dico due cose per non farmi “odiare” in seguito: bisogna che tutti abbassino il livello di presunzione e che facciano crescere il rispetto verso gli altri, dall’arbitro, ai dirigenti, agli allenatori. Ho visto realtà molto importanti ( un esempio a me caro è asd Scampia che ricordo con molto piacere) dove il capitano in campo era quello che ammutoliva ogni forma di protesta e si rivolgeva all’arbitro con garbo ed educazione. Non me ne vogliano i “nostri” giocatori, ma queste cose da noi non ci sono. Per crescere ancora di più, ai nostri addetti ai lavori direi innanzitutto di riunirsi per confrontarsi con la dirigenza Uisp regionale, e poi capire che è uno sport che ci permette di relazionarci e questo comporta delle “norme” di correttezza non scritte. Infine, secondo me, a livello provinciale manca il senso di appartenenza. A Rimini ho visto tifosi del Real Catania, dell’Arezzo, della Puteolana, essere tutti i giorni a vedere i propri ragazzi giocare. Da noi gli spalti sono sempre quasi vuoti, escluso in alcune partite importanti.»



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